E’ ufficiale: l’asteroide (243637) prende il nome “Frosinone”
In alto: l’animazione mostra, alternandole, le due immagini di scoperta dell’8 ottobre 1999: l’asteroide è visibile in prossimità del centro e appare in leggero movimento tra le due riprese, a causa del proprio moto orbitale.
Il 28 dicembre, il Minor Planet Center, che opera presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge, Massachusetts (USA), sotto gli auspici dell’International Astronomical Union, ha ufficialmente reso noto che all’asteroide (243637) è stato assegnato il nome di “Frosinone”.
La prestigiosa istituzione ha così accolto la proposta dell’astrofisico Gianluca Masi, nato a Frosinone e cresciuto a Ceccano, da dove da oltre 35 anni osserva e studia il Cosmo. Lo stesso Masi aveva scoperto l’asteroide oggi denominato “Frosinone” nel 1999 proprio dal suo osservatorio in Ceccano e la scorsa estate, in qualità di scopritore e come previsto dalle procedure, aveva fatto pervenire alla Committee on Small Body Nomenclature, dell’International Astronomical Union, la propria proposta, con motivazione, di dedicarlo all’antica città Volsca.
D’ora in poi, pertanto, il nome della Città Capoluogo Frosinone verrà incluso ufficialmente nella nomenclatura scientifica internazionale, grazie a questo corpo celeste orbitante intorno al Sole.
L’asteroide (243637) Frosinone è stato individuato la notte dell’8 ottobre 1999 da Gianluca Masi, dal suo osservatorio di Ceccano. Nelle immagini di scoperta, ottenute proprio durante una sessione osservativa volta alla ricerca di nuovi pianetini, veniva individuato un oggetto tra le stelle della costellazione di Pegaso che, ad un immediato controllo, risultava essere un asteroide sconosciuto. Come da procedure, per formalizzare la scoperta occorrevano osservazioni di conferma ottenute in una notte successiva, che per ragioni meteorologiche non fu possibile ottenere da Ceccano. Si rivelarono pertanto importantissime le osservazioni di verifica effettuate, su richiesta di Masi, dal Powell Observatory e dal Farpoint Observatory, entrambi in Kansas, USA.
In base a tali conferme, il Minor Planet Center rilasciava per il nuovo corpo celeste la designazione provvisoria di 1999 TZ10, attribuendone la scoperta a Gianluca Masi. Negli anni successivi, ulteriori osservazioni consentivano di perfezionare la conoscenza orbitale dell’asteroide, fino a giungere alla numerazione definitiva, 243637. A quel punto, lo scopritore poteva sottoporre alla Committee on Small Body Nomenclature, dell’International Astronomical Union una proposta di “battesimo”, opportunamente motivata. E così, lo scorso agosto, Gianluca Masi suggeriva il nome di Frosinone, con la seguente motivazione:
“Denominata Frusna al tempo dei Volsci e poi Frusino dai Romani, Frosinone è Città Capoluogo e località di nascita dello scopritore. Tracce di insediamenti umani risalgono al basso Paleolitico. Durante la Seconda Guerra Punica essa fu distrutta da Annibale, dopo aver rifiutato di arrendersi”.
Il 28 dicembre infine, il Minor Planet Center pubblicava sulla Circolare MPC 97569 l’ufficializzazione del nome “(243637) Frosinone”, che d’ora in poi farà formalmente parte della nomenclatura astronomica. Di seguito uno stralcio dalla citata pubblicazione:
L’asteroide “Frosinone” ha un diametro stimato intorno al chilometro e mezzo, si trova nella cosiddetta Fascia Principale degli asteroidi, tra Marte e Giove, ad una distanza media dal Sole di circa 360 milioni di km, e impiega tre anni e otto mesi per completare un’orbita attorno alla nostra stella.
Nel 1999 Gianluca Masi aveva chiesto ed ottenuto al Minor Planet Center che il primo asteroide da lui scoperto nel 1998 venisse dedicato alla sua Città, Ceccano.
Gianluca Masi, astrofisico e Dottore di Ricerca in Astronomia, è stato catturato dalla passione per il cielo sin dall’infanzia. Dopo diversi anni di osservazioni ad occhio nudo, a 11 anni ha ricevuto il primo telescopio, che ha rivelato definitivamente il suo “destino”. Ha compito innumerevoli osservazioni, spesso documentando per primo fenomeni celesti inusuali. Negli anni ’80 ha avviato un’intensa attività fotografica, che lo ha portato a pubblicare i suoi lavori sulle più importanti riviste di astronomia nazionali ed estere e alcune enciclopedie. Lo sviluppo di particolari tecniche di camera oscura lo ha condotto giovanissimo a risultati fotografici notevoli in relazione alla strumentazione al tempo utilizzata.
Ha iniziato a dedicarsi precocemente all’attività di ricerca, sperimentando tra i primi in assoluto le rivoluzionarie tecniche di ripresa digitali, che negli ultimi venti anni hanno soppiantato la fotografia astronomica tradizionale.
Il 1997, anno del passaggio dell’indimenticabile cometa Hale-Bopp e periodo di esordio in Italia per Internet, ottiene centinaia di immagini del celebre astro, tutte pubblicate dalla Nasa sul proprio sito web per il loro elevato valore documentale. Lo stesso Ente lo identifica come caso d’esempio per un progetto rivolto ai giovani per appassionarli alle scienze spaziali.
Allo stesso anno risale la sua prima importante scoperta scientifica: individua una stella variabile (ossia dallo splendore mutevole nel tempo) in una delle zone del cielo più sorvegliate in assoluto e che ciò nonostante era sempre sfuggita. Essa determina un fortissimo progresso dell’attività scientifica, che da quell’anno ha conosciuto moltissimi successi internazionali. Tra gli altri, vale la pena ricordare il primo asteroide scoperto dal basso Lazio, oggi denominato “Ceccano” (febbraio 1998) e molte decine di altri. Numerose nuove stelle variabili sono state ancora individuate, studiate e classificate dell’astrofisico ceccanese. In tempi più recenti si sono aggiunte scoperte storiche per l’Italia: nel 2002 registra (per la prima volta dalla Penisola con un telescopio non professionale) la controparte ottica di un lampo gamma, mentre nel 2006 è co-scopritore dei primi due pianeti extrasolari scoperti dal nostro Paese.
Nella sua attività professionale si è occupato particolarmente della questione della scala delle distanze cosmologiche e della costante di Hubble, per poi dedicarsi intensamente agli asteroidi a potenziale rischio di impatto con la Terra: sulla loro ricerca ha compito studi originali, partecipando a diverse campagne osservative presso l’Osservatorio di Campo Imperatore e quello di La Silla dell’Osservatorio australe Europeo, sulle Ande cilene. Attualmente i suoi interessi scientifici vertono principalmente sulle stelle variabili cataclismiche e sui pianeti extrasolari. Professionalmente, ha pubblicato quasi 800 contributi scientifici e ha scoperto circa 40 asteroidi, tre pianeti extrasolari e numerose stelle variabili.
Da sempre Gianluca Masi ha dedicato moltissime energie alla divulgazione e alla comunicazione scientifica. Dal 2006 lavora come curatore scientifico presso il Planetario di Roma Capitale, mentre dal 2010 è coordinatore per l’Italia dell’organizzazione internazionale “Astronomi Senza Frontiere”; sempre dal 2010 collabora con la trasmissione “Geo” in onda su Rai Tre. Dal 2014 è Direttore Scientifico dell’Osservatorio Comunale di Acquaviva delle Fonti (BA).
E’ referente scientifico delle principali agenzie di stampa italiane e redazioni scientifiche, tra cui Ansa. Per le sue attività scientifiche ha vinto diversi premi locali, nazionali ed internazionali, tra cui – nel 2005 – il prestigioso “Shoemaker NEO Grant” della Planetary Society (fondata, tra gli altri, da Carl Sagan) a supporto dei suoi studi sugli asteroidi potenzialmente pericolosi e – nel 2006 – il “Premio Tacchini” della Società Astronomica Italiana, per una delle cinque tesi di Dottorato più significative nel nostro Paese. Nel 2015 riceve il Premio Eccellenze “Città del Leone” della Città di Frosinone. Sui contributi appaiono regolarmente sui siti e sui media di Nasa, Agenzia Spaziale Europea, CNN, Fox News, NBC, CBS, Sky and Telescope e molti altri.
L’asteroide (21795) è stato denominato “Masi” dall’International Astronomical Union in riconoscimento dei suoi meriti scientifici.
Nel 2006 ha avviato il progetto Virtual Telescope, che consiste in una serie di telescopi robotici interamente manovrabili via internet, da qualunque computer al mondo, purché connesso alla rete. Oggi questo progetto è leader assoluto al mondo nella condivisione live dei più importanti fenomeni astronomici, con un riscontro eccezionale da parte del pubblico e dei media internazionali. Nel 2014 il Virtual Telescope entra tra le eccellenze scientifiche italiane dell’Ansa. Ogni anno, il Virtual Telescope offre la visione in diretta del cosmo a circa un milione e mezzo di persone da tutto il mondo.
Il Virtual Telescope è inoltre tra le più prestigiose e produttive realtà scientifiche internazionali, un unicum assoluto sul territorio Italiano, grazie ai molti importanti risultati nei più svariati ambiti della ricerca astrofisica.
Support The Virtual Telescope Project!
Support us! Please, donate and receive an EXCLUSIVE image of the stunning COMET C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS and much more, specifically made for supporters like you!
(you can adjust the amount later)