Sette secoli dalla morte di Dante: un’osservazione astronomica davvero speciale – 2 Feb. 2021
Un’osservazione celeste del tutto particolare, nell’anno che celebra Dante Alighieri a VII secoli dalla morte. Un viaggio con gli occhi alle stelle, alla ricerca di un puntino speciale.
Vi è un viaggio che, credo, varrebbe la pena considerare almeno una volta nella vita, quantomeno se si è curiosi delle faccende del cielo. Un’esperienza prettamente culturale, pertanto compatibile anche con le restrizioni imposte dalla corrente pandemia. Lo spunto per parlarne mi viene dalla ricorrenza, infine attuale, dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. È però necessaria una breve premessa.
Tra i numerosissimi asteroidi conosciuti, ve ne sono – ad oggi – oltre mezzo milione identificati con un numero definitivo. Una popolosissima schiera, esplosa negli ultimi vent’anni, ovvero da quando telescopi automatici sempre più efficienti hanno iniziato a scoprirne a frotte, impegnati come tutt’ora sono nella ricerca di quelli che possono avvicinarsi minacciosamente alla Terra.
Un privilegio, quel numero, che un pianetino si guadagna quando la sua orbita diventa conosciuta con notevole precisione e che sostituisce la designazione provvisoria iniziale. La numerazione di un dato asteroide offre una preziosissima opportunità a chi lo ha scoperto: proporre un nome per quell’oggetto celeste, opportunamente motivato, all’apposita Commissione dell’International Astronomical Union, con la speranza che esso venga approvato e inserito nell’uranografia internazionale.
Frugare tra quelle decine di migliaia di asteroidi “battezzati” può regalare sorprese inaspettate, da più punti di vista. Prima di tutto, il nome stesso può farci scoprire o riscoprire personaggi più o meno noti, spingendoci magari ad avvicinarli. Inoltre, dietro ogni oggetto vi è una scopritrice o uno scopritore, a sua volta con una sua storia. Infine, l’asteroide in questione sarà stato individuato da uno specifico sito osservativo, anch’esso magari meritevole di ulteriori indagini. Insomma, un’imperdibile offerta 3×1.
Nel mio caso, il viaggio è iniziato in modo un po’ diverso, ma equivalente. Lavorando alla messa a punto di un progetto dedicato all’importante ricorrenza dantesca, mi sono chiesto se esistesse un pianetino dedicato proprio al Sommo Poeta. Senza troppa meraviglia, ho scoperto di sì: si tratta dell’asteroide (2999) Dante.
A quel punto, il passo successivo è stato verificare chi l’avesse scoperto. Adoperando le numerosissime risorse presenti in rete, ho trovato che “Dante” è stato scovato dall’americano Norman G. Thomas, astronomo del Lowell Observatory in Arizona, il 6 febbraio 1981. Incredibile coincidenza: questo asteroide festeggia il quarantesimo compleanno dalla scoperta nei giorni in cui ho deciso di iniziare questa ricerca. A voler essere pignoli, “Dante” è stato avvistato dalla stazione di Anderson Mesa del citato osservatorio, collocata sotto un cielo migliore di quello di Flagstaff.
Quella notte di quarant’anni fa, l’asteroide brillava tra le stelle del Leone. Data e ora della prima osservazione, così come appaiono negli archivi del Minor Planet Center, sono le seguenti: 6 febbraio 1981, ore 7:34 dei nostri orologi. In Arizona erano le 23:34 del 5 febbraio: il grande felino dello Zodiaco era alto nel quadrante orientale del cielo, più in basso emergeva la Vergine, che ospitava una splendida congiunzione tra Giove e Saturno (meno spettacolare di quella osservata lo scorso dicembre), quella volta tripla.
Il Lowell Observatory è un’istituzione importante: il suo nome celebra il suo fondatore, Percival Lowell (1855 – 1916), il grande visionario legato per sempre alla saga dei canali di Marte. Da questo osservatorio, nel febbraio del 1930, Clyde W. Tombaugh (1906-1997) scoprì Plutone, per decenni considerato il nono pianeta del Sistema Solare, salvo poi essere declassato al rango di pianeta nano nel 2006. Curiosamente, per anni il Lowell Observatory ha ospitato il progetto LONEOS, uno dei primi esplicitamente dedicato alla ricerca degli asteroidi capaci di transitare nei pressi della Terra.
Torniamo ora al nostro (2999) Dante. Gli archivi del Minor Planet Center riportano anche la motivazione presentata per quella nomina. Nella Minor Planet Circular 10044, pubblicata il 25 settembre 1985, si legge:
(2999) Dante = 1981 CY
Discovered 1981 Feb. 6 by N. G. Thomas at the Anderson Mesa Station of the Lowell Observatory.
Named for Dante Alighieri (1265-1321), greatest of the Italian poets.
Il testo dice “scoperto il 6 febbraio 1981 da N. G. Thomas presso la stazione di Anderson Mesa del Lowell Observatory. Prende il nome di Dante Alighieri (1265-1321), il più grande tra i poeti Italiani”. Il primo rigo aggiunge dell’altro: (2999) Dante = 1981 CY. Esso ci dice che al momento della scoperta l’asteroide assunse come designazione provvisoria quella di 1981 CY, secondo le convenzioni proprie del Minor Planet Center. Inoltre, altrove negli archivi dello stesso Istituto, troviamo che esistono precedenti osservazioni di questo pianetino, risalenti al 1952 (Brooklyn, Indiana) e 1978 (Crimea). Sappiamo anche che ha un diametro di poco inferiore ai 7 km.
L’astronomo Norman G. Thomas, davanti al telescopio del Lowell Observatory.
Sarebbe stato oltremodo interessante chiedere a Norman G. Thomas cosa abbia spinto lui o i suoi colleghi a dedicare quell’astro al nostro Sommo Poeta. Purtroppo, ci ha lasciati nel maggio 2020. Curiosamente, la stessa Circular presenta asteroidi con i nomi di due altri immensi italiani: (3000) Leonardo e (3001) Michelangelo. Ho contattato un collega presso il Lowell Observatory per verificare se esistono le immagini di scoperta di (2999) Dante: sarebbe meraviglioso condividerle in occasione del VII Centenario dalla morte dell’Alighieri, assieme a qualche altra nota sullo scopritore (che lavorò con Robert Burnham, Jr., autore dei tre volumi del celeberrimo Celestial Handbook).
Mi sono chiesto, infine, se per caso l’asteroide fosse attualmente visibile in cielo, per poterlo riprendere con i miei telescopi. Ho così verificato che, in questi giorni, (2999) Dante sta giusto ultimando la sua stagione di visibilità, mostrandosi ormai basso a occidente, subito dopo il calar del Sole. Approfittando di una rara serata serena, ho comandato ai telescopi robotici parte del Virtual Telescope Project, installati a Ceccano (FR), di tentarne l’osservazione, nonostante la posizione celeste poco favorevole. Sono stato fortunato: il più potente dei telescopi disponibili in osservatorio è riuscito nell’impresa, catturando (2999) Dante mentre si muove lentamente tra le stelle sullo sfondo. Stelle che appartengono alla costellazione zodiacale dei Pesci, che il Sommo Poeta cita, tra l’altro, nel Purgatorio (I, 19-21):
Lo bel pianeta che d’amar conforta
faceva tutto rider l’oriente,
velando i Pesci, ch’erano in sua scorta
Desideravo condividere questa piccola avventura celeste per esaltare ancora una volta la capacità del firmamento di sorprenderci sempre, preservando memorie e vicende, rendendole eterne, immortali come l’immensa figura di Dante e la sua altissima poesia.
Gianluca Masi
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