Arriva l’attesa cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS: prepariamoci al possibile spettacolo.
La cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS sarà alla minima distanza dal Sole (perielio) il 27 settembre e intorno al 10 ottobre potrebbe apparire luminosa subito dopo il tramonto.
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Gli esperti osservatori del cielo lo sanno benissimo: le comete sono proprio come i gatti, hanno una coda e fanno esattamente ciò che vogliono.
Eppure, tutte le volte che un astro chiomato promettente appare all’orizzonte del cielo si inseguono previsioni, congetture, speranze e pessimismo riguardo alla reale entità del fenomeno che esso metterà in scena al momento dovuto.
Questo perché le comete sono da sempre gli astri celesti più affascinanti ed enigmatici, soprattutto quando protagoniste di apparizioni eclatanti, se non addirittura straordinarie. Lo dimostrano le cronache antiche, che riportano di sinistri presagi associati a questa o quella luminosa stella con la coda.
Quanto ai nostri giorni, nell’estate 2020 la cometa C/2020 F3 Neowise si rivelò molto interessante, rendendosi comodamente visibile ad occhio nudo anche dalle città, interrompendo un lungo digiuno che di fatto durava dal 1997, l’annus mirabilis della cometa Hale-Bopp. Nel 2009, i fortunati osservatori australi assistettero al passaggio della grande cometa C/2006 P1 McNaught, che fu visibile in pieno giorno anche alle nostre latitudini.
A questo destino di speranze e previsioni non è sfuggita la cometa C/2023 A3. Le prime osservazioni rese note risalgono al 22 febbraio 2023 e sono state effettuate con un telescopio installato in Sud Africa, parte del progetto ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System. In un secondo momento, il Minor Planet Center ha collegato questo nuovo astro ad osservazioni precedentemente riportate dal Purple Mountain Observatory, Cina, relative al 9 gennaio. Pertanto, d’accordo con le regole della comunità astronomica che sovrintendono a queste circostanze, all’annuncio ufficiale della sua scoperta la cometa ha preso il nome di C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS (Tsuchinshan è una traslitterazione del nome mandarino dell’osservatorio cinese): terza cometa non periodica scoperta nella prima metà del gennaio del 2023.
L’entusiasmo per questo corpo celeste è stato pressoché immediato. Sin dal principio, infatti, si è notato che la cometa sarebbe potuta diventare interessante poco dopo il suo passaggio al perielio (minima distanza dal Sole, prevista per il 27 settembre 2024): ai primi di ottobre, infatti, la sua posizione rispetto al Sole e alla Terra avrebbe potuto renderla particolarmente luminosa, qualora si fosse rivelata una cometa ricca di polveri. Il tutto, chiaramente, con l’obbligatoria cautela che sempre si impone con le comete: la storia, anche recente, è costellata di astri chiomati che hanno disatteso grandemente le previsioni più ottimistiche.
Ciò che nutriva al tempo gli entusiasmi degli astronomi nel caso della C/2023 A3 era una precisa condizione geometrica che si sarebbe verificata proprio ai primi di ottobre 2024. Per allora, la cometa si sarebbe trovata quasi esattamente sulla linea Terra-Sole, una condizione capace di produrre un effetto fisico noto come forward scattering (scattering “in avanti”) della luce solare da parte delle sue polveri.
Questo effetto è in fondo ben noto a tutti. Uno strato di nebbia all’alba o al tramonto appare molto più evidente se si osserva in direzione del Sole basso che non guardando lateralmente. Questo proprio perché le gocce d’acqua in sospensione creano il fenomeno del forward scattering della luce solare verso l’osservatore.
Un’immagine iconica di questo effetto è quella ottenuta dalla sonda Cassini mentre il globo di Saturno eclissava il Sole: questa condizione di allineamento permetteva la visione enfatizzata degli anelli esterni più elusivi, che contengono particelle in grado di innescare questa diffusione in avanti.
Analogamente, le polveri presenti nella cometa rigettano preferibilmente la luce solare in avanti, pertanto se una cometa transita tra noi e il Sole la sua luminosità ne può risultare aumentata di decine, centinaia o migliaia di volte.
Una volta notato che la cometa C/2023 A3 si sarebbe trovata in quella esatta condizione geometrica (ovvero, osservata dalla Terra, quasi sulla linea di vista del Sole), si è iniziato ad immaginare il potenziale spettacolo conseguente.
Pertanto, dalla scoperta, la Tsuchinshan-ATLAS è stata costantemente monitorata, documentandone gli sviluppi, gli incrementi di luminosità e le sue battute d’arresto, con gli intuibili, conseguenti umori cangianti della comunità astronomica.
È stata osservata agilmente da Terra fino all’inizio della scorsa estate, prima della congiunzione con il Sole, spiata per un po’ con gli occhi indiscreti delle sonde spaziali, per poi tornare visibile nel nostro cielo da una decina di giorni, dall’emisfero australe.
Nel complesso, la cometa ha dimostrato di godere di ottima salute e di svilupparsi per bene, preparandosi così all’imminente giro di boa attorno al Sole (perielio) del 27 settembre. Soprattutto, ha dimostrato di essere una cometa molto polverosa, ovvero ricca di quelle particelle essenziali per sperare nel forward scattering di cui si diceva. In breve, assumendoci qualche rischio che è giusto correre, possiamo affermare che la cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS ha le carte in regola per deliziare per davvero i nostri occhi, essendo prevedibile – in base ai dati al momento disponibili – una luminosità massima pari alla magnitudine -4 (simile allo spendere del pianeta Venere).
Ma non è tutto rosse e fiori. Il picco di luminosità per via del forward scattering è atteso per il 9 ottobre, quando la cometa sarà prospetticamente assai vicina al Sole. Magari la coda polverosa sarà visibile per via del fenomeno fisico più volte citato, ma comunque ciò avverrebbe nel cielo luminoso del crepuscolo serale. Nei giorni subito successivi, la cometa migliorerà gradualmente la sua visibilità da Terra, ma la luminosità calerà rapidamente, visto che proprio le condizioni per lo scattering “in avanti” si smonteranno in fretta.
In ogni caso, la cometa sarà bassa sull’orizzonte, nella luce residua del crepuscolo: condizioni tutt’altro che ideali: ciò che vedremo, quindi, dipenderà grandemente dal comportamento della cometa.
Uno sguardo alle condizioni di visibilità per il grande pubblico, limitata alla fase post-perielio per le nostre latitudini, l’unica di interesse. Dopo il 27 settembre, data appunto del giro di boa attorno alla nostra stella (arriverà a circa 60 milioni di km da essa), la cometa sarà in congiunzione con il Sole proprio il 9 ottobre, quando sarà massimo l’atteso effetto del forward scattering. L’8 ottobre si potrebbe già tentare l’osservazione a ridosso dell’alba, mentre dal giorno 9 la cometa si vedrà appena dopo il tramonto. Il 12 ottobre la C/2023 A3 sarà alla minima distanza dalla Terra, pari a circa 71 milioni di km.
Da allora, giorno dopo giorno, la C/2023 A3 sarà via via meglio collocata in cielo, seppur sempre meno favorita dall’aumento di splendore dovuto allo scattering. Attraverserà le costellazioni della Vergine, del Serpente e di Ofiuco. Intorno al 15 ottobre dovrebbe essere possibile ottenere la visione migliore tra luminosità della cometa e sua posizione nel cielo. La Luna sarà visibile al primo quarto (10 ottobre), ma all’inizio interferirà poco rispetto all’invasività del crepuscolo serale. Essa sarà piena il 17 ottobre e allora inizierà a farsi sentire, mentre la luminosità della cometa sarà alquanto ridimensionata, ma si spera ancora interessante.
È consigliabile scegliere un sito osservativo il più possibile esente da inquinamento luminoso e che offra l’orizzonte occidentale libero da ostacoli importanti (colline, alberi, palazzi). L’osservazione può essere condotta ad occhio nudo, meglio con un binocolo.
Dita incrociate e… buone osservazioni!
Gianluca Masi
PS: Il Virtual Telescope Project sta predisponendo il calendario delle diverse dirette streaming con cui condividerà l’apparizione di questa interessante cometa. Il primo appuntamento è previsto per il 9 ottobre, alle 18:45. Le altre date verranno annunciate non appena disponibili.
La partecipazione sarà gratuita. Sarà sufficiente accedere, alla data e ora indicate, al sito https://www.virtualtelescope.eu.
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Il Virtual Telescope Project https://www.virtualtelescope.eu
Fondato nel 2006, il Virtual Telescope Project è una struttura tecnologicamente molto avanzata, consistente in diversi telescopi robotici e attiva sia nel campo della ricerca che della comunicazione scientifica, con totale controllo da remoto attraverso qualsiasi dispositivo connesso ad Internet. Al giorno d’oggi esso gode di una straordinaria reputazione internazionale. Grazie alle sue sessioni osservative online, il Virtual Telescope Project ha potuto mostrare in diretta i più̀ straordinari fenomeni astronomici, come asteroidi che sfiorano la Terra, comete, supernovae, eclissi e piogge di meteore, a milioni di persone in tutto il mondo. I suoi eventi e contributi esclusivi vengono presentati dalle più̀ importanti agenzie spaziali e stampa del pianeta. In riconoscimento dei risultati conseguiti, sia in ambito scientifico che divulgativo, l’International Astronomical Union ha assegnato il nome “Virtelpro” all’asteroide (435127). Il Virtual Telescope Project è membro dell’International Asteroid Warning Network che, sotto gli auspici dell’ONU, lavora per ottimizzare le attività di difesa planetaria contro il rischio di impatto degli asteroidi.
Rassegna Stampa recente: https://www.virtualtelescope.eu/the-media-about-us/
Gianluca Masi, astrofisico, PhD
Gianluca Masi è nato a Frosinone. Laureato in Fisica, indirizzo astrofisico, presso l’Università “La Sapienza”, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Astronomia presso l’Università di “Tor Vergata”. Ha all’attivo la pubblicazione di circa 1000 contributi professionali, ha scoperto decine di asteroidi, numerose stelle variabili, è co-scopritore di tre pianeti extrasolari e del transiente ASASSN- 15lh, tra le supernovae più luminose mai individuate. Nel 2006 ha fondato il progetto Virtual Telescope. Suoi contributi scientifici e fotografici appaiono regolarmente su Ansa, BBC, CNN, Newsweek, New York Times, RAI e altri prestigiosi media, radio e TV nazionali ed esteri. Ha tenuto numerosissime conferenze sia in Italia che all’estero. Si occupa attivamente del rapporto tra la scienza del cielo e il mondo dell’arte, dedicandosi intensamente anche alla fotografia. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, l’asteroide (21795) è stato denominato “Masi” dall’International Astronomical Union per i suoi meriti scientifici, ha vinto lo “Shoemaker NEO Grant” della Planetary Society, il “Premio Tacchini” della Società Astronomica Italiana e il “Premio Ruggieri” dell’Unione Astrofili Italiani. Coordinatore per l’Italia di Asteroid Day e Astronomers Without Borders, è membro dell’International Astronomical Union e della European Astronomical Society. È associato all’Istituto Nazionale di Astrofisica e Ambasciatore del progetto “Dark Skies for All”, dell’International Astronomical Union. E’ curatore scientifico presso Il Planetario di Roma.
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