21 gennaio 2019, eclissi totale di “super” Luna: guida all’osservazione
Il nuovo anno ci regalerà subito una splendida eclissi totale di Luna, il prossimo 21 gennaio. Essa sarà osservabile quasi completamente dall’Italia, soprattutto dagli insonni, visto che si verificherà nella seconda parte della notte.
Il prossimo 21 gennaio 2019 torna nei cieli italiani lo spettacolo magnifico dell’eclissi totale di Luna. L’ultima, impareggiabile, si è verificata lo scorso 27 luglio, resa ancor più speciale dalla contemporanea presenza di Marte, quella stessa notte all’opposizione.
Dalla sua, l’imminente eclissi di gennaio ha il fatto che coinvolge la prima cosiddetta superluna del 2019, dopo quasi un anno di assenza.
L’osservazione dell’eclissi totale di Luna si effettua ad occhio nudo: la naturalezza di tale visione è parte della spettacolarità del fenomeno. Beninteso, un binocolo e un telescopio offriranno un’immagine ben più grande, ma chi non dispone di alcuno strumento ottico sappia che non rinuncia a nulla di essenziale.
Cos’è l’eclissi totale di Luna.
Com’è noto, in poco meno di un mese la Luna descrive un’orbita ellittica intorno alla Terra, mentre questa si muove intorno al Sole, che illumina entrambe. Per avere l’eclissi di Luna, occorre che quest’ultima si nasconda dalla luce del Sole dentro l’ombra della Terra; appare evidente che l’allineamento necessario tra i tre corpi è quello Sole-Terra-Luna, con il primo e l’ultima dunque visibili dalla Terra in direzioni opposte. Questa condizione, peraltro, corrisponde geometricamente alla fase di Luna piena, da qui il fatto ovvio che le eclissi lunari si verificano quando la fase del nostro satellite è, appunto, piena.
Evidentemente, però, la Luna piena non basta alla ricetta dell’eclissi, altrimenti ne avremmo una al mese (un ragionamento analogo potrebbe farsi per le eclissi di Sole): occorre che il citato allineamento Sole-Terra-Luna sia perfetto, entro margini strettissimi, che di fatto fanno la differenza tra eclissi totale, parziale e… niente eclissi.
Il piano dell’orbita lunare non coincide con quello dell’orbita terrestre (la cui proiezione nel cielo definisce la curva dell’eclittica, che attraversa le costellazioni zodiacali, sulla quale si muove apparentemente il Sole), avendo invece un’inclinazione di circa 5 gradi rispetto a quest’ultimo. Guardando la Luna nel suo moto nel cielo, la vedremo perciò sopra o sotto l’eclittica e ci saranno dunque due punti, detti nodi, in cui essa attraverserà proprio l’eclittica.
Se la fase piena si verifica quando la Luna passa abbastanza vicino ad uno dei due nodi, allora è garantito l’allineamento con il Sole di cui si diceva (giova ribadire che il Sole è per definizione sull’eclittica, essendo questa curva la proiezione in cielo dell’orbita che la Terra segue proprio attorno ad esso, perciò quando la Luna piena è al nodo, l’allineamento antitetico è soddisfatto). Ed è quello che accadrà il 28 settembre.
Il fenomeno dell’eclissi totale procede con gradualità. La Luna inizia ad entrare nel cono di penombra della Terra, mostrando così un leggero indebolimento luminoso sul bordo del lato orientale del suo disco. Successivamente, il satellite si immerge nel cono d’ombra, che produrrà un marcato oscuramento, dapprima marginale, poi sempre più esteso, del disco lunare. Quando la Luna sarà completamente dentro il cono d’ombra, inizierà la fase totale. Questa raggiungerà il suo momento massimo, vero giro di boa del fenomeno, dopodiché l’eclissi mostrerà fasi speculari a quelle iniziali, terminando quando la Luna emergerà completamente dal cono di penombra, tornando alla piena luce del Sole.
Durante la totalità, ma anche in fase parziale avanzata, la Luna acquista un caratteristico, elegante colore bronzeo. Esso deriva dal fatto che in quel momento l’atmosfera terrestre sta indirizzando verso la Luna la porzione rossa dello spettro elettromagnetico (è bene notare che quella che per noi terrestri è un’eclissi di Luna, dal nostro satellite apparirebbe come un’eclissi di Sole: nella fase totale, dalla Luna vedremmo un’aureola rossastra tutt’intorno alla Terra, ovvero la nostra atmosfera che dirige verso il satellite la radiazione più rossa).
Durante la totalità, le eclissi possono apparire più o meno scure: questo dipende da quanto centralmente la Luna s’immerge nel cono d’ombra terrestre, così come dalla “trasparenza” dell’atmosfera del nostro pianeta. che risente – ad esempio – di imponenti eruzioni vulcaniche.
Se l’allineamento tra i tre attori coinvolti non è perfetto, l’eclissi sarà parziale, magari anche solo di penombra.
La Luna Piena del 21 gennaio 2019.
Come se non bastasse, quella coinvolta nell’imminente eclissi non è una Luna piena qualsiasi. Il 21 gennaio, alle ore 06:17, essa sarà piena, mentre circa 15 ore dopo la Luna si troverà alla minima distanza dalla Terra, ovvero al perigeo, a 357344 km da noi (contro una distanza media di circa 384400 km: l’ellitticità dell’orbita lunare è la ragione di queste differenze). In breve, si tratta di una cosiddetta “superluna” piena.
L’eclissi del 21 gennaio
L’eclissi totale di Luna del 21 gennaio si produrrà nella seconda parte della notte italiana, sconfinando fino all’alba. Essa è la prima ed unica eclissi totale del 2019, visto che quella del 16 luglio sarà solo parziale.
L’evento è ben sintetizzato nella classica scheda grafica realizzata dalla Nasa:
Gli orari italiani (TU+1) dell’evento, sono i seguenti:
Primo contatto penombra: 03:36:30
Primo contatto ombra: 04:33:54
Inizio totalità: 05:41:17
Massimo: 06:12:16
Fine totalità: 06:43:16
Uscita dall’ombra: 07:50:39
Uscita dalla Penombra: 08:48:00
NB: a Roma la Luna tramonta alle ore 07:42, pertanto l’uscita dall’ombra e dalla penombra, conclusione dell’eclissi, non saranno visibili.
Poiché il fenomeno si verifica nella seconda parte della notte, durante il suo svolgimento la Luna si avvicinerà all’orizzonte occidentale. Questo farà sì che le fasi di maggiore appeal dell’eclissi vedranno il nostro satellite abbastanza basso sull’orizzonte (nella fase centrale, alle ore 6:12, la Luna da Roma sarà a circa 15 gradi di altezza). Tale circostanza faciliterà la visione dell’eclissi nella cornice di qualche elemento urbano, naturalistico o monumentale che arricchirà ulteriormente l’esperienza, a beneficio soprattutto di quanti desiderano catturare qualche fotografia dell’eclissi.
Quanti intendono fotografare il fenomeno sarà bene che tengano a mente che nella fase totale la luminosità della Luna è grandemente ridotta: se per immortalare la Luna piena, in tutto e per tutto simile ad un paesaggio terrestre diurno, basta un tempo di esposizione dell’ordine di 1/125 s (a 100 ISO e f/11), la fase totale può richiederne uno dell’ordine del minuto o più, complicando non poco la situazione, visto il moto apparente est-ovest del cielo, indotto dalla rotazione terrestre. Se non si dispone di una meccanica predisposta, converrà trovare il miglior compromesso tra sensibilità (ISO), rumore ed effetto mosso.
Inoltre, il disco lunare avrà una dimensione in millimetri grosso modo pari ad un centesimo della lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato.
Il team scientifico del Virtual Telescope Project augura buona osservazione a tutti!
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